Ti lascio una finestra aperta
per farti vedere, cosa c’è nella mia stanza;
La chiudo solo in caso di tempesta
ma ti fermi alla porta
senza arrivare fino in fondo, fino in fondo;
Passerei le ore a parlarti
di quello che mi passa per la testa
spero che, almeno tu
provi a capirmi alla svelta,
decido di cambiare rotta,
non sarò un bravo pilota
ma mi sento su di un aereo che decolla;
E allora, guarda quanta luce
entra in questa stanza,
di disordine ce n’è abbastanza
ma con te si nota poco
diventa quasi un gioco;
dentro trovi una parete gialla
piena di pallottole di carta
come tanti sassolini tolti da una scarpa;
Che fatica in tutti questi anni
ho corso senza mai fermarmi;
guardo quel sorriso, è dall’altra parte dello specchio;
metto in ordine gli scatti
li conto come tanti passi;
sono nel cassetto insieme agli altri miei ricordi;
E allora, guarda quanta luce
entra in questa stanza,
di disordine ce n’è abbastanza
ma con te si nota poco
diventa quasi un gioco;
dentro trovi una parete gialla
piena di pallottole di carta
come tanti sassolini tolti da una scarpa;
Tra mille castelli fatti per salvarmi
ora so dove aggrapparmi;
adesso che c’è luce in questa stanza
ho la chiave per aprire un’altra porta;
E allora, guarda quanta luce
entra in questa stanza,
di disordine ce n’è abbastanza
ma con te si nota poco
diventa quasi un gioco;
dentro trovi una parete gialla
piena di pallottole di carta
come tanti sassolini tolti da una scarpa.
