Era il 1° maggio del 2021 quando fu commesso uno dei più atroci ed efferati delitti della cronaca italiana: l’uccisione di Saman Abbas, 18enne pachistana che rifiutò un matrimonio combinato, il cui corpo fu ritrovato solo a novembre del 2022. A rendere ancora più agghiacciante questo delitto è il fatto l’assassinio della giovane sia stato deciso e organizzato dai suoi genitori e parenti.
Questa tragedia è stata tradotta in musica e raccontata nella canzone “L’eredità di Saman” ben prima che la giustizia facesse il suo corso. La musica è stata composta da Fausto Bizzarri, il testo è di Edoardo Tincani, mentre la voce intensa è di Francesca Seminara. La canzone, come ha spiegato lo stesso Tincani, è un atto di denuncia per le tante violenze, di ogni genere, che le donne sono costrette a subire ogni giorno in tutto il mondo.
Al di là della violenza, sicuramente aberrante e odiosa, ci sono tante altre discriminazioni che le donne subiscono quotidianamente e l’intento della canzone è proprio sensibilizzare l’opinione pubblica e ricordare al mondo intero che le donne spesso sono costrette a vivere private della loro libertà, a volte addirittura della vita solo per essersi ribellate a questa condizione, come è successo appunto a Saman.
La canzone è stata registrata nel febbraio del 2023 a Bagnolo in Piano ed è disponibile anche su Youtube, dove il videoclip ha raggiunto oltre seimila visualizzazioni. Il progetto ha ottenuto una serie di riconoscimenti nell’ambito del prestigioso concorso internazionale “Donne d’amore 2023”.
“L’eredità di Saman” è stata realizzata immaginando che proprio Saman abbia scritto una lettera alle ragazze della sua età, ma anche agli uomini e alle donne, per lasciare la sua eredità, un’eredità pesante ma preziosa. “Mi hanno svuotato della vita mia per un’assurda superiorità, mi hanno ingannato con una bugia e calpestato nella volontà”. Con questa intro subito viene raccontato il dramma di Saman che, ancora prima di perdere la vita, è stata costretta a rinunciare al suo sogno.
Eppure, subito dopo nella strofa successiva, si librano nell’aria e volano dritte verso il cuore queste parole: “Ma non ho perso la mia libertà di denunciare tanta ipocrisia e il male di una certa autorità che si confonde con la tirannia”. Insomma Saman fino alla fine ha voluto essere libera, anche a costo di pagare con la vita quel suo desiderio.
E poi arriva il ritornello: “Spero vi rimarrà in memoria l’eredità di Saman per le altre vittime nel mondo senza la pubblicità che ha ricevuto questa mia tragica storia e per il buio profondo su tante grida d’aiuto”. Parole profonde che hanno un messaggio molto chiaro: la morte di Saman per certi versi è stata “teatrale” e oltremodo “mediatica”, tuttavia ogni giorno ci sono tante piccole Saman che portano avanti la loro battaglia e che non godono della luce dei riflettori. Anche loro hanno bisogno di ascolto e di protezione.
L’eredità di Saman è proprio questa: tenere accesi i riflettori della coscienza su tutte le storie di violenza contro le donne, di qualunque natura, per permettere a bambine e ragazze di vivere in libertà e di seguire il loro cuore.
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