La recensione di Wire, disco degi A momentary lapse of Happiness

Il 20 Ottobre 2023 ha segnato l’uscita di “Wire”, l’album di debutto della band post-rock A Momentary Lapse Of Happiness. Dopo due anni di esibizioni in Italia e nel Regno Unito, il quartetto ha consegnato un lavoro che va oltre la mera esplorazione del genere, dimostrando una maestria tecnica e un’intelligenza musicale che li collocano al centro della scena post-rock contemporanea.

La composizione dell’album è intrisa di ispirazioni concettuali e musicali, dall’omaggio al critico Simon Reynolds nel titolo, legato alla sua pionieristica menzione del termine “post-rock” nella rivista “The Wire”, fino alle profonde immersioni nelle ricerche sonore, negli arrangiamenti e nella post-produzione.

La formazione, con Fabrizio Ferazzoli alla batteria e glockenspiel, Filippo Ferazzoli alla chitarra, e Alessandro Del Signore al basso elettrico e contrabbasso, dimostra un virtuosismo strumentale evidente sin dalle prime note. La sinuosità e la dinamica, intrecciate con maestria, creano un flusso emozionale continuo che cattura l’ascoltatore dall’inizio alla fine.

Le composizioni riflettono un impegno serio nella ricerca sonora, con attenzione scrupolosa agli arrangiamenti e alla post-produzione. La band riesce a comunicare messaggi profondi anche attraverso pezzi strumentali, un segno evidente della loro abilità tecnica e della capacità di tradurre emozioni in note.

L’omaggio a The Cinematic Orchestra in “Wire” aggiunge un livello di profondità, sottolineando le influenze che hanno plasmato l’identità musicale della band. Questo tributo si inserisce in un contesto di ricchezza di riferimenti, creando un ponte temporale che collega il passato glorioso del post-rock alle nuove e audaci esplorazioni di A Momentary Lapse Of Happiness.

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