Intervista ad Hot ice per il singolo “A mio agio”

Eccoci con Hot Ice, benvenuto! ” A mio agio” è il tuo nuovo singolo. Come nasce questo nuovo pezzo?

Nasce dall’idea e dalla volontà di collaborare con il producer Mala Tempora, unendo il mio rap alla sua musica elettronica. A livello di testo, invece, è iniziato tutto dal recupero di una strofa scritta qualche anno prima per un brano che però non era stato realizzato. E poi, l’idea dell’essere a proprio agio anche nel disagio è stata presa in prestito dalla compagnia di amiche della mia compagna, le “Fragoline di Bosco”, che mi hanno dato l’input per trovare il filo conduttore del brano. Infine, la realizzazione in studio è stata favorita dalla vittoria del Primo Premio nella categoria Musica e dal Premio Speciale al concorso Walk on Rights di Amnesty International dello scorso anno, che mi ha permesso di lavorare all’Attitude Studio di Milano, lo stesso studio in cui lavora Andrea Rock.

Parliamo del videoclip. Qual è stata la tua scena preferita durante le riprese?

Bella domanda! Probabilmente la parte in cui fingo di ehm…defecare nelle turche di questo misterioso posto abbandonato. E pensate che inizialmente, prima di pensare a un videoclip completo, volevo realizzare una sorta di visual video con unicamente una ripresa di questo tipo. Non ha un vero senso, se non appunto quello di enfatizzare il fatto di fregarsene di ciò che ci sta intorno e sentirsi a proprio agio anche nel disagio.

Il cameo di Mala Tempora e il balletto in vesti mimetiche sono elementi distintivi del video. Come sono stati concepiti questi dettagli? Cosa speri che il pubblico colga da queste particolarità?”

Mala Tempora è il producer del brano e ci tenevo che comparisse nel video, almeno in qualche frame. Il balletto ha una storia particolare in effetti. Ho voluto unire dei micro-movimenti molto semplici, che avessero un qualche significato per le “Fragoline di Bosco” e in generale per la mia cerchia di amici. Infatti, sono stati suggeriti da loro, e hanno a che fare con vicende specifiche che solo noi sappiamo. A quel punto li ho uniti e ho creato questa sequenza, che si può vedere anche in reels o storie che ho pubblicato sui social. L’intento è semplicemente quello di trasmettere leggerezza e spensieratezza, considerate che conosco persone che eseguono questo balletto a lavoro, anche solo per staccare dalle pesantezze della quotidianità.

Quale è stata la sfida più diffusa superare in questo brano e perché?

Trovare la “chiave” per il ritornello, sia da un punto di vista musicale che di gestione delle voci. Il primo punto l’ho risolto insieme a Mala Tempora, spostandoci da un ritornello più funkee, come era in un primo momento, ad uno più elettronico, con l’aggiunta di un synth caratterizzante, sdoppiato e con delle variazioni. Il secondo punto l’ho affrontato direttamente in studio di registrazione, effettando le voci di Alessia Toffoli in modi particolari. Volevamo un ritornello che entrasse in testa, non lasciandolo solamente strumentale e non optando per scelte musicalmente troppo banali.

Quanto è importante per te l’aspetto visivo nella tua musica?

Mah, non più di tanto in realtà, prima di questo brano non ho mai pensato ad outfit troppo particolari, nè tanto meno a balletti. Qui ho voluto divertirmi, ed effettivamente in qualche occasione live riprenderò gli outfit del video. Ecco, da quel punto di vista mi diverto molto a realizzare videoclip, quello sì, nonostante adesso forse si stia perdendo un po’ questa abitudine. Per il resto, non sono mai stato uno che ha dato grande importanza al look di un artista, per me conta di più la sostanza. Se parliamo invece in generale, mi piace l’idea di creare degli show in live, con dei momenti più o meno studiati che possano effettivamente dare un qualcosa di più anche a livello visivo, oltre che auditivo.

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