“La Stessa Cosa” nasce dalla riscrittura di un brano che avevi già scritto. Qual è stato il motivo scatenante che ti ha portato a rielaborarlo?
Il brano da cui è nata “La Stessa Cosa” era un brano che avrei dovuto presentare alle finali di un concorso nazionale: non mi dispiaceva com’era venuto, ma sotto sotto sapevo che la sua scrittura era un po’ influenzata dalla fretta della scadenza che avevo. Dopo il concorso non ho voluto abbandonare nel cassetto quel brano, ma mi sono messa al pianoforte e, rielaborando gli accordi, la melodia, e la sua struttura è diventato pian piano quello che potete ascoltare oggi. Il testo l’ho stravolto quasi del tutto: com’era prima, parlava di tutt’altro e mi rendevo conto che non mi stava rispecchiando fino in fondo, non avevo espresso totalmente ciò che volevo. Nel frattempo, avevo iniziato ad annotare un po’ di pensieri sul mio quadernino, e man mano nuove parole e nuovi versi sono usciti fuori. Il brano si è trasformato
rapidamente in un testo più maturo rispetto al precedente, e la sua scrittura- rielaborazione è stato un bellissimo viaggio che ho fatto dentro di me.
Nel tuo brano, c’è un’intensa esplorazione della dualità interiore. Come hai cercato di esprimere questo concetto attraverso la musica?
Ho cercato di esprimere questo concetto attraverso una sonorità e una melodia che potesse essere da un lato “immersiva” e introspettiva, e dall’altro decisa e forte. Ho cercato di arricchire la melodia anche da armonizzazioni e effetti che potessero trasportare l’ascoltatore in un’atmosfera calda, coinvolgente e riflessiva, ma che lo riportassero alla realtà grazie agli accenti di drum machine e alla produzione che, nello svilupparsi del brano, diventa sempre più intensa.
Quali sono stati i momenti più significativi del tuo viaggio artistico che hanno portato alla creazione di “La stessa cosa”?
Da quando ho iniziato a scrivere i miei pezzi ho sempre cercato di mettermi in gioco e provare a sperimentare il più possibile per capire fino in fondo quale fosse il sound che più mi rispecchiasse: questo processo è tutt’ora in evoluzione, ma so che con “La Stessa Cosa” ho iniziato a gettare le fondamenta per la direzione che continuerò a percorrere in futuro. Sono successe tante cose in tutti questi anni, dal momento in cui ho iniziato a fare musica: una tappa importante di quest’anno è stata essere tra i semifinalisti del Premio Lunezia grazie al mio precedente brano “il sapore delle fragole”, e dal punto di vista artistico credo che aver iniziato un percorso accademico nell’ambito della musica jazz mi abbia aiutato ad aprire molto i miei orizzonti musicali.
In che modo credi che la tua formazione e le tue esperienze passate abbiano influenzato il tuo processo creativo?
Credo che la mia formazione e le mie passate esperienze abbiano influenzato moltissimo il mio processo creativo, ovviamente hanno contribuito a formare ciò che sono ora e il modo in cui concepisco e approccio la musica. D’altra parte, non voglio soffermarmi solamente a ciò che ho fatto ma a ciò che posso fare: sono sempre in cerca di nuove esperienze e stimoli che possano farmi crescere e sviluppare sempre di più la mia cifra stilistica e il mio sound.
Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere attraverso la tua musica?
Vorrei tanto trasmettere la mia passione, fare capire quanto lavoro e sacrificio c’è dietro a ogni pezzo e la cura con cui mi dedico ad essi. Tramite i miei brani esprimo vari lati di me, svelandomi poco a poco: principalmente vorrei trasmettere chi sono a chi li ascolta.
Come trovi l’ispirazione per creare nuove musiche e testi?
Spesso trovo ispirazione dalle situazioni che vivo realmente, o da qualche storia che mi immagino e che mi piace trasformare in canzone. In “Se non ricordo” era successo proprio questo, mi sono immaginata tutto come una storia di un film, una relazione finita a causa della monotonia del rapporto. “Il sapore delle fragole” invece è nata da un reale, grande dolore causato da una perdita vissuto durante il periodo buio del
lockdown. “La stessa cosa” nasce come conseguenza di una riflessione interiore. Riguardo alla musica cerco di cogliere il più possibile gli stimoli e le ispirazioni che provengono dall’esterno, cerco di essere il più possibile ricettiva verso le novità, e mi faccio ispirare da ciò che mi piace ascoltare in quel determinato periodo, e dal mood che penso sia il più adatto a quella canzone. Ora sto già lavorando a qualcosa di nuovo, ma chissà… non vi rivelo ancora nulla.