Eccoci con Abov. “Incrocio” è il tuo nuovo singolo dopo un anno di stop. Cosa ha scatenato questo ritorno, e in che modo il singolo si collega alla tua evoluzione artistica nel corso dell’ultimo anno?
Il brano è stato pronto sin dall’estate, forse anche un po’ prima. Ero indeciso se farlo uscire, poiché molte cose erano cambiate e non ero convinto che l’arrangiamento scelto rispecchiasse appieno la mia visione artistica. Per un anno ho concentrato i miei sforzi sulla mia carriera nel mondo fisico, piuttosto che su quello virtuale. Alla fine, ho deciso di rimettermi in gioco, poiché il brano fa comunque parte della mia carriera, e riascoltandolo, mi è piaciuto e ho pensato che fosse coerente.
“Incrocio” è ispirato a Robert Johnson e al suo mitico patto con il diavolo. Come hai reinterpretato questa storia leggendaria per trasformarla in un intreccio sentimentale, e quali sfide hai affrontato nel farlo?
La reinterpretazione non mi ha messo in difficoltà, poiché conoscevo da tempo la leggenda di Robert e desideravo metterla in musica fin dai primi anni in cui ho iniziato a scrivere la canzone. L’idea di un intreccio sentimentale mi affascinava, poiché rappresentava un modo per mascherare il patto facendolo apparire come una relazione tossica. Considerando che il diavolo è legato alla tentazione e al desiderio, nella storia di Robert, l’introduzione di una figura femminile come entità demoniaca che stimolasse il desiderio aveva senso, soprattutto considerando la credenza che Robert fosse stato ucciso da un marito geloso a causa di una relazione clandestina.
Nel testo, c’è un momento di ripensamento riguardo al patto con il diavolo. Come hai gestito questo punto cruciale nella trama di “Incrocio”, e cosa desideri che gli ascoltatori traggano da questo momento di riflessione?
A livello armonico nella special tra i due ritornelli, ho alternato due accordi molto vicini fra di loro, il fa e il mi, suonati non con una chitarra, bensì con il bouzouki irlandese. A livello di storytelling e testo, aveva senso che Robert avesse un ripensamento una volta cresciuto e resosi conto dei suoi errori. Inoltre, mi sono ispirato a ciò che mi evocava una canzone di Robert, “Crossroad Blues”, dove nelle prime strofe chiede a Dio di aiutarlo.
La tua musica è spesso definita come un viaggio emozionale. In che modo “Incrocio” si inserisce in questa narrativa, e quali elementi hai introdotto per garantire che l’ascoltatore venga portato in un viaggio coinvolgente attraverso la tua musica?
Essendo una persona che pensa per immagini, scrivo attraverso di esse, per me ogni parola è come un fotogramma di un film. Io vedo la canzone prima di sentirla, non so se riesco a spiegarmi. Con “Incrocio”, volevo trasmettere la gioia di Johnson per il suo successo nel ritornello, ma anche la sensazione che qualcosa non andasse nel verso giusto. Volevo creare uno spazio, una cornice attraverso la musica. Non mi interessava che la gente capisse realmente di cosa parlasse la canzone ascoltandola; mi va benissimo che pensino che sia una canzone su una relazione disfunzionale o che vengano trasportati solo dalla musica.
Cosa ci possiamo aspettare da Abov in questa prima parte di 2024?
Il 2024 sarà un anno ricco di nuovi eventi. Voglio aumentare il numero dei miei live, esibendomi in qualche piccola piazza e teatro. In più, ci saranno molte nuove uscite nei prossimi mesi. Fra i brani che usciranno uno sarà ispirato alla mitologia greca, mentre l’altra canzone che tratterà di una leggenda della mia regione, a cui tengo molto. Vi terrò aggiornati.
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