Il cantautore Ruggero Ricci lancia il suo nuovo singolo “Sereno Variabile”, realizzato in collaborazione con ADA Music Italy e prodotto da Massimiliano Giorgetti al Majorizm Lab, il brano mantiene il caratteristico tocco elegante del cantautore. Il brano è accompagnato dal videoclip girato a Milano nei prestigiosi Multiset Studio Bicocca, sotto l’attenta direzione di Andrea Artioli e di Bronny alla fotografia, Ruggero Ricci si cimenta su nuovi sound, mantenendo però quella vena intima e sincera che lo ha reso una delle voci più apprezzate del panorama musicale italiano. Dopo il successo dei suoi precedenti lavori, continua a dimostrare una straordinaria capacità di spaziare tra generi diversi, senza mai perdere la sua identità. In “Sereno Variabile”, l’artista romagnolo si avvicina a sonorità internazionali, rendendo omaggio al country-pop, ma al tempo stesso mantenendo ben salda la sua cifra stilistica. Un’ulteriore conferma del suo eclettismo e della sua volontà di non essere mai scontato, prevedibile o banale.
È importante per te esprimerti attraverso la musica?
La musica per me è qualcosa di essenziale nella vita di ogni giorno: la mastico insegnando ad artisti di ogni età, dunque la vivo ogni giorno a 360°.
In questo nuovo brano ti avvicini alle sonorità internazionali e sperimenti il country-pop. Perché questa scelta?
Serviva rompere degli schemi. Desideravo tantissimo portare in Italia un sound che ogni giorno tutti noi sentiamo alla radio… secondo me è giunto il momento in cui può attecchire finalmente nel nostro Paese.
Come vedi l’attuale mondo?
Le prospettive del mondo in cui viviamo non sono proprio delle più rosee, guerre sempre più vicine a noi, disastri ambientali… beh… non vivo in un clima di ottimismo.
Dove vorresti arrivare con la tua musica?
Gran parte dei miei obiettivi li ho raggiunti con la musica… l’ultimo sfizio che avrei sarebbe scrivere come autore una grande hit per qualche big della musica italiana. Per quanto riguarda il mondo della musica emergente è fortemente penalizzato da sistemi anti-meritocratici dove si può arrivare fino a un certo punto e poi vieni stoppato dalle logiche delle grandi major discografiche che dettano legge.
Cosa diresti al Ruggero di qualche anno fa?
Al me stesso di qualche anno fa direi: “Hai fatto bene a studiare e fare la gavetta perché oggi, hai realizzato il sogno di vivere di musica… bravo!”
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