Intervista a Paolo Carone per il suo nuovo singolo Unbreakable

Eccoci con Paolo Carone per parlare oggi del suo nuovo singolo UNBREAKABLE. Paolo, la tua capacità di mescolare elementi musicali così diversi in “UNBREAKABLE” è evidente. Come hai bilanciato la potenza dei bassi, la sfacciataggine delle chitarre e l’aggressività dei sintetizzatori per creare un’armonia unica nel brano?

La verità è che all’epoca sono andato per tentativi. La mia mente sapeva già quale dovesse essere il risultato ma avevo pochi mezzi e quindi ho dovuto trovare dei compromessi per poter realizzare qualcosa che si avvicinasse alla mia idea di brano.Potevo registrare solo 4 tracce audio e mi sono dovuto adattare parecchio.In composizione le transizioni e le modulazioni sono piuttosto difficili ma l’esperienza in conservatorio mi è servita moltissimo per bilanciare le giuste tensioni armonie e far convivere due generi musicali nello stesso pezzo.


La canzone è divisa in due parti, passando dall’electroblues alla componente metal. Questa dualità riflette un tema specifico o una dualità personale che hai voluto esplorare attraverso la musica?

Niente di tutto ciò: UNBREAKABLE è la colonna sonora di un film e le due parti rispecchiano i due caratteri fondamentali del copione: dinamismo ed enfasi. Pensai che il tema principale dovesse rispecchiare e riassumere il film e la mia mente partorì questo strano esperimento che (credo) sia riuscito piuttosto bene.


Oltre alla tua evoluzione tecnica, come pensi che la tua visione artistica e la tua percezione della musica siano cambiate dal 2004, anno in cui hai scritto “UNBREAKABLE”?

Sicuramente, rispetto al 2004, sono un musicista migliore tecnicamente. L’esplorazione di nuovi ambienti e nuovi generi musicali ha completato ciò che avevo appreso in conservatorio perché mi ha dato ciò che la tecnica accademica non ti fornisce: le idee.Le idee hanno un impatto devastante sulla tecnica dello strumento, perché sono sempre obiettivi da raggiungere e ti consentono di sperimentare ed andare oltre i tuoi limiti tecnici. Innestano nella tua mente delle combinazioni che devi riuscire a realizzare, per le quali devi inventarti un modo nuovo di muover le mani ed accorpare le note. Questo è bellissimo.Non si riesce ad immaginare quanto sia importante suonare un giorno con un artista jazz ed un altro con un musicista che predilige il liscio romagnolo, piuttosto che suonare un giorno con un sudafricano ed un altro con un autore beat britannico.La mia percezione oggi, rispetto al 2004, è più eclettica, tecnica e globale.


Nel testo, il supereroe affronta un male che si rigenera perpetuamente. Questo simboleggia una visione particolare del mondo o riflette una tua esperienza personale riguardo alle sfide in corso?

Il testo del brano riconduce al testo del Film. Il brano riassume il film ed il film trasmette l’idea che lo sceneggiatore ha del male: qualcosa di soggettivo che si rigenera continuamente nel momento stesso in cui lo sconfiggiamo. Ciò che è giusto per noi può esser sbagliato per qualcun altro.Io mi rivedo un pò in questa filosofia, magari non completamente, perché ho conosciuto persone che hanno fatto cose orribili nella convinzione di essere nel giusto e lavorare per il bene comune.La cosa un pò triste, è che vince sempre chi è più forte.
Guardando indietro, cosa credi che il Paolo Carone del 2004 avrebbe pensato del Paolo Carone del 2023, specialmente considerando il successo continuo di “UNBREAKABLE”?

Paolo del 2004 avrebbe sicuramente pensato che il Paolo Carone del 2023 sia una persona piuttosto fortunata a poter disporre di tanta attrezzatura, tanti strumenti e tante collaborazioni artistiche. Meno male che è andata bene! 🙂

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