Intervista a Federa per il nuovo Ep “Ibrido”

Eccoci con Federa per questa nuova Intervista. Il tuo nuovo EP “IBRIDO” rappresenta la tua evoluzione musicale e personale. Come descriveresti il processo di creazione di questo EP e come si differenzia dai tuoi lavori precedenti?

IBRIDO è nato senza fretta, avevo già quasi tutti i 6 brani pronti prima di entrare in studio, ma la parte più bella è stata proprio riaprirli uno ad uno e vestirli di un abito nuovo, sonorità elettroniche unite a quelle acustiche, questo mix è sicuramente la novità e la differenza rispetto ai miei lavori precedenti.

Il titolo “IBRIDO” suggerisce una fusione di generi musicali. Puoi raccontarci come hai integrato il Soul e l’RnB nelle tue canzoni e qual è il messaggio che vuoi comunicare attraverso questa fusione?

La fusione è stata completamente spontanea, ascolto musica soul, rnb, blues da sempre e grazie anche alle scelte tecniche e gli arrangiamenti del produttore Calmo, ho finalmente trovato il mio modo “preferito” di dire le cose, senza necessariamente etichettarle come un genere o l’altro, credo che il bello di fare musica sia proprio questo, non chiudersi mai.

La collaborazione con Calmo e il featuring con Ugo Crepa sono elementi intriganti di “IBRIDO”. Puoi condividere la tua esperienza lavorando con loro e come hanno influenzato il sound dell’EP?

Ugo e Luigi (Calmo) oltre ad essere degli artisti che stimo molto, sono anche amici,
una sera parlavamo del progetto IBRIDO, avevo un pezzo a cui mancava una parte,una parte che sin dal primo momento ho immaginato scritta e cantata da Ugo, gli passai un audio su whatsapp voce e chitarra, gli dissi “continui tu?” , lui ricordo che mi fece i complimenti per quello che avevo scritto e mi risposte un convinto “si”. Da lì, in studio poi  è nata ufficialmente “Astronauti”.
Con Calmo invece è andata diversamente, stavamo lavorando all’EP, nel frattempo lui lavorava anche ai suoi pezzi, gli dissi che mi avrebbe fatto piacere inserire un brano in cui ci fosse anche la sua voce e la sua penna, gli dissi solo “è un pò in Napoletano e anche un pò funky, la sento adatta a noi”  tra una take e un’altra gli feci sentire una bozza voce e chitarra… e poi insieme l’abbiamo ultimata, “Nun ce ne ascimme cchiù”.

“IBRIDO” sembra un progetto molto personale. Quali sono le tematiche o le esperienze personali che hai voluto esplorare in questo lavoro e come le hai tradotte in musica?

Io quando scrivo non mi pongo mai la domanda “di che voglio parlare ora?”
Nasce sempre tutto spontaneamente, dalla pancia, dal petto e da quello che sento in quel preciso momento.
In questo EP c’è la mia personale fotografia di situazioni che vivo, viviamo, nella quotidianità, si parla d’Amore si, ma anche di illusioni, reazioni, suggestioni, sensazioni,
tutto con estrema autenticità.

Per chiudere ti chiediamo di scegliere un aggettivo che rappresenti al meglio il tuo Ep e spiegaci perché proprio quello!

IBRIDO è sincero.
Ha dentro anni di lavoro, di studio, ma anche tanta voglia di ripartire e  rimettersi in gioco con un sound sicuramente più affine a me e a questo periodo storico.

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